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Il berretto a sonagli

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di Luigi Pirandello

 

Disegno luci e regia: Eduardo Saitta
Scene e costumi: T.D.S.
Assistente alla regia: Alessandro Caramma

 

con Salvo Saitta, Katy Saitta, Aldo Mangiù, Eleonora Musumeci, Loredana Scalia, Annalise Fazzina, Maria Seminara, Eduardo Saitta.

 

…possibile che io col mio senso del teatro, col mio senso di misura, mi sia ingannato, smarrito, perduto nello scrivere una commedia non costruita affannosamente e faticosamente, ma venuta di getto in meno di sette giorni, nata e non fatta ?

 

Fu questo il primo pensiero di Luigi Pirandello quando lesse la recensione del giornale “La Tribuna” del suo “Il berretto a sonagli” dopo la prima a Roma. Sembra strano, ma in realtà quella prima de “A burritta ccu i ciancianeddi” interpretata da Angelo Musco, lasciò il pubblico sbalestrato. Era impossibile che un testo come quello,  pieno di contenuti fondamentali per la vita, non fosse stato recepito dalla platea. Il problema stava nel linguaggio. Il genio che era in Pirandello gli suggerì allora di tradurre la commedia in lingua,  conservando comunque lo stesso spirito: la costruzione delle frasi, così come erano state scritte in siciliano, così dovevano essere fedelmente tradotte, in modo tale da conservare i suoni della nostra “lingua”, quella siciliana appunto.

Consegnato poi il copione a Musco, col suggerimento d’interpretare Ciampa così come aveva fatto in precedenza, cioè con la stessa sicilianità, ecco che venne fuori quel grande capolavoro di cui adesso stiamo parlando.

A 42 anni dalla nostra prima edizione mi sono sentito in dovere di pensare alla riedizione di uno spettacolo che trova in Salvo Saitta uno straordinario Ciampa, così come Sergio Sciacca, noto giornalista e critico siciliano, lo definisce il 16 maggio 2001 sulle pagine del quotidiano “La Sicilia” (Salvo Saitta è stato uno straordinario Ciampa: consapevole ma guardingo, pronto a fuggire dalla convenzione della recitazione verso la metafora, la considerazione psicologica: una vera controfigura di Pirandello)

Tutto questo per far si che il pubblico possa godere ancora una volta di quei concetti, di quella filosofia pirandelliana, di quell’estratto di vita, di verità che l’autore riuscì a mettere su carta facendone divenire per il teatro opera intramontabile.